Il tatuaggio è da tempo riconosciuto come una forma d’arte a tutti gli effetti. Tuttavia, quando l’ago si avvicina alla pelle per riprodurre un’immagine non originale — magari un personaggio Disney, un logo aziendale o una celebre fotografia — il mondo dell’arte si scontra con quello del diritto d’autore. È lecito tatuare opere protette? E cosa rischiano tatuatori e clienti?
Il tatuaggio è arte, ma non sempre libera?
Il diritto d’autore tutela le opere dell’ingegno dotate di originalità, comprese immagini, disegni, fotografie e persino personaggi di fantasia. Quando un tatuaggio riproduce un’opera protetta senza autorizzazione, si rischia una violazione del copyright? Dati i precedenti di legge assolutamente no.
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Esempi concreti: il caso Kat Von D
Una delle vicende più emblematiche che ha acceso il dibattito riguarda la tatuatrice Kat Von D. È stata citata in giudizio dal fotografo Jeff Sedlik per aver riprodotto in un tatuaggio un suo celebre scatto di Miles Davis, senza autorizzazione. Dopo un processo molto seguito, la giuria le ha dato ragione: il tatuaggio non era “sostanzialmente simile” alla fotografia e, soprattutto, non era stato realizzato a fini commerciali. Inoltre, le immagini pubblicate sui social sono state considerate un uso legittimo secondo il principio del fair use.
Questo caso ha rappresentato un precedente significativo: ha lasciato intendere che i tatuaggi basati su opere preesistenti, se modificati in modo creativo e non sfruttati commercialmente, potrebbero non costituire violazione. Tuttavia, ogni caso è diverso, e il confine tra ispirazione e plagio resta sfumato.
Rielaborare è (quasi sempre) la chiave
Come spiega Rondinello, docente di Social Media & Direzione Creativa della VIS Tattoo Academy, la creatività nella reinterpretazione è fondamentale. Anche quando ci si ispira a soggetti noti, modificarli in maniera sostanziale, mescolando stili, contesti e significati, può trasformare un’opera derivata in qualcosa di nuovo e originale, più vicino al concetto di fair use o di opera trasformativa.
Il mondo del tatuaggio vive un rapporto complesso con il diritto d’autore. Se da un lato è espressione artistica libera, dall’altro potrebbe essere soggetto alle stesse regole che governano musica, cinema, letteratura e design. Dai precedenti di legge sembra che ne sia estraneo, rispetto adaltre arti, ma In assenza di una normativa specifica per i tatuaggi, la prudenza e la creatività rimangono le migliori alleate per artisti e clienti. L’arte sulla pelle, sì — ma con consapevolezza.
