Il tatuaggio in Giappone è un fenomeno artistico e socio-culturale che ha radici pressoché millenarie. La funzione di base dei tatuaggi giapponesi era in antichità, si pensa, di tipo spirituale o per distinguere il rango sociale di appartenenza.
La storia del Giappone è possibile analizzarla anche attraverso i tatuaggi visto che essi hanno accompagnato tutta la vita di questo incredibile Paese.
Molti anni fa nel Paese del Sol Levante venivano marchiati i criminali in modo da consentire ai cittadini di riconoscere un poco di buono immediatamente. Ma, come già accennato, persisteva anche un uso nobile del tatuaggio ed un uso sacro.
Come si chiamano i tatuaggi giapponesi?
L’arte dei tatuaggi giapponese si distingue totalmente da quella occidentale sia per la tecnica che per lo stile. La tecnica dei tattoo è infatti chiamata tebori, 手彫り, ovvero incisione a mano.
Il tatuaggio di per sé viene invece chiamato irezumi, 入れ墨, una parola composta da due termini, ireru e sumi, che significano rispettivamente “inserire” e “inchiostro”. Vengono anche chiamati horimono, ovvero “cosa che si incide”.
Cosa tatuarsi in giapponese?
Il panorama grafico dei tatuaggi giapponesi è molto ampio e offre una vasta gamma di soggetti. Tra i soggetti più popolari, per i tatuaggi giapponesi fiori e onde significato è piuttosto complesso.
In particolare la peonia e la sakura sono soggetti che vengono molto utilizzati per farsi un tatuaggio giapponese schiena. La peonia, al contrario di quello che si può pensare, rappresenta la mascolinità ed il coraggio.
Mentre i fiori di ciliegio sakura e il crisantemo, simbolo di resilienza tatuaggio giapponese. Essi infatti ci parlano del coraggio anche davanti alla morte.
Così come il fiore di loto è un simbolo molto utilizzato; nell’arte del tatuaggio giapponese significato è legato al risveglio, come concetto.
Molto popolari anche i tatuaggi con onde giapponesi: estremamente belli esteticamente e ricchi di significati legati alla vita, alla forza e all’ineluttabilità del destino.
Cosa si tatuavano i samurai?
I tatuaggi in Giappone hanno avuto sempre una vita piuttosto complicata proprio per la loro doppia valenza, di cui abbiamo già accennato: da una parte distinguevano i nobili, ma dall’altra erano usati come marchio d’infamia per i criminali.
Al tempo dei samurai a farsi i tatuaggi erano prevalentemente i ranghi più bassi della società ed i temi più ricorrenti erano legati agli animali, ai fiori, alle onde, a figure mitologiche e a qualche decoro in stile ukyo-e.
Cosa significa il gufo nei tatuaggi?
Il gufo è un animale notturno e a causa di ciò è avvolto da un fascino misterioso. È un bellissimo animale che dorme di giorno e si sveglia di notte, di grandi dimensioni ed ha la peculiarità che può girare il collo a 270 gradi.
Fin da sempre il gufo ha attirato la fantasia degli uomini ed è stato utilizzato come simbolo in tutte le culture. Fin dall’Antico Egitto e nella cultura greca, il gufo è sempre stato utilizzato come importante simbolo.
In occidente i suoi significati sono legati alla possibilità di guardare oltre le difficoltà ed è anche simbolo di regalità, saggezza, intelligenza, nobiltà d’animo, ma anche di tenebre e di morte.
Nella cultura orientale invece il gufo viene percepito come un animale che protegge le persone, un vero amico. Non a caso in moltissime culture orientali mettere un’immagine di un gufo fuori da un’abitazione è utile per allontanare gli spiriti maligni.
Nell’arte dei tatuaggi, moderna ed occidentale, il gufo viene molto utilizzato soprattutto perché viene visto come il simbolo più chiaro di una qualità importante: la saggezza.